Origini Kickboxing

La Kickboxing è uno sport da combattimento che nasce in Giappone negli anni ’60, quando il Maestro Kurosaki importò nel suo paese la Thai Boxing integrandola con tecniche marziali nipponiche. Questa prevedeva un combattimento con contatto pieno, finalizzato al K.O.

I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno: KARATE FULL CONTACT. Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché negli anni ’70; precisamente nel 1974 in America alcuni maestri di arti marziali la vollero esportare nell’occidente, provando a sperimentare una nuova formula sostituendo le tecniche di pugno del pugilato orientale (Thai Boxe) a quelle occidentali della Boxe inglese classica (Boxing) privandola delle gomitate e ginocchiate (come avviene nella Muay Thai ad esempio) e facendola diventare più facile da praticare usando poi solo le tecniche di calcio del karate e del Kung Fu, dove si poteva colpire solo dal busto in su. Nacque così il FULL CONTACT KARATE (in seguito chiamato American Kick Boxing).

Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nella Kick Boxing Americana (Full Contact Karate) si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella Kick Boxing Giapponese (Karate Full Contact) si potevano dare calci anche alle gambe.

A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta la federazione di Karate internazionale volle discostarsi da queste attività che considerava violente, non permettendo di usare il termine Karate, fu così che il Karate Full Contact (Kick Boxing Giapponese ) e Full Contact Karate (Kick Boxing Americana) fu sostituito con il termine KICK BOXING (sintesi di “kicking” e “boxing”) (letteralmente “Tirare di calcio e di pugno”) spopolando negli Stati Uniti, dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, e dove inizialmente era ancora vietato colpire con calci portati sotto la cintura;

Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui “K” sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento e che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.

Attualmente il termine “K-1” ha assunto l’accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dalla muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.

La Kickboxing oggi mutua tecniche dalla boxe come dal karate e dalla boxe thailandese; conserva nella pratica alcuni aspetti del karate (come il programma di cinture, i gradi, gli esami, le tecniche e le forme) del Taekwondo e Muay Thai pur essendo “contaminati” da elementi occidentali quali i guanti, le protezioni, il combattimento sportivo, i round, il ring e la matrice competitiva ed agonistica, tale da far staccare questa disciplina dalla categoria arti marziali o difesa personale in quella di…“Sport da Combattimento” non tralasciando l’etica e spiritualità che qualsiasi disciplina, non solo marziale, dovrebbe avere.

La Kick Boxing si differisce in tre categorie: Semi-contact, Light contact, Full contact.