Del maestro

Greeting of the Master:

Il saluto del Maestro rappresenta equità o il bilanciamento che deve avere una persona nell’insegnamento, ( bastone carota ) Infatti la mano vicino al cuore che poi si chiude nel pugno ed il pugno parallelo al corpo che si apre vuol mostrare il bilanciamento e il ricordare i cinque rispetti.


I Cinque Rispetti

La ricchezza simbolica del saluto rituale racchiude in sé i diversi aspetti della pratica ed è il custode dei “Cinque Rispetti” per perpetuare la tradizione tramandata dal M° Kurosaki quando la importò nel 1960.

• il rispetto della pratica

• il rispetto dello spazio della pratica

• il rispetto del maestro

• il rispetto nell’azione di una pratica

• il rispetto degli allievi

Il Saluto alla pratica

Il saluto cambia a secondo del grado di cintura, mostrando simbologie diverse attinenti al grado di conoscenza per rispetto della gerarchia e anzianità della pratica.Tra di loro s’inseriscono altre immagini che significano tutte l’unione e l’incontro, da cui è rivelata una comprensione della pratica. Del simbolo o dell’immagine del saluto devono inoltre sorgere tutti i principi e la loro interdipendenza messa in forma dal corpo, organizzata dall’intelletto e manifestata dallo spirito.

Il saluto allo spazio della pratica

All’interno della sala di pratica o all’esterno, all’aria aperta, il passaggio preliminare dal saluto alla pratica permette l’apertura di un nuovo spazio/tempo, uno spazio nello spazio per così dire, dove la pratica prende tutto il suo senso, operare e partecipare al tempo ed ai cambiamenti, ed è uno dei due saluti ( l’altro è il saluto in ginocchio “kneeling greeting” lo si fa nei confronti del perdente dopo che è stato decretato il verdetto del vincitore.) dove non è richiesto il contatto visivo in avanti al compagno o al maestro. Si tratta della conquista di un nuovo spazio vitale che salutiamo rispettosamente prima di prenderne possesso… poi di abbandonarlo per altri luoghi. “Inchinarsi leggermente in avanti all’interno dello spazio che ci circonda”.

Il saluto al Maestro o all’insegnante

La sopravvivenza della pratica è direttamente tributaria della trasmissione del Maestro o dell’insegnante. In lui risiedono i saperi e i saper-fare che portano e ritmano l’insegnamento e danno le loro ricchezze a tutti i movimenti. Senza di lui la pratica muore. Il saluto al Maestro significa in qualche modo augurare Lunga Vita alla pratica con l’espressione di una grande riconoscenza a quello che ci impartisce l’insegnamento.

Il saluto quando si chiede qualcosa al maestro

Salutare il Maestro dopo che si è chiesto qualcosa equivale ad un grazie, sia per quello che lui ha ascoltato o approvato, o anche semplicemente per chiedere di uscire.

Il saluto ai praticanti

Salutare i propri fratelli e sorelle di pratica intorno a sé,dai più anziani ai più recenti: significa applicare la sentenza “tra i quattro mari, tutti gli uomini (e le donne) sono fratelli (e sorelle)!” Vuol dire riconoscere i suoi pari e instaurare un’atmosfera di scambio e di condivisione dove i più anziani accolgono i debuttanti al loro fianco per guidarli a comprendere meglio gli insegnamenti del Maestro. Quindi il Maestro apre davvero la seduta salutando prima il gruppo dei più anziani poi gli altri, oppure tutti insieme, tenendo conto il rispetto della gerarchia e anzianità.

Il saluto viene eseguito unendo i piedi, mantenendo il busto e la nuca ben eretti con lo sguardo fisso in avanti; questa posizione va mantenuta fino a che lo stato d’animo si sia fatto calmo e consapevole, quindi si piega poi in avanti il busto ed infine si torna in posizione eretta. Bisogna non piegarsi troppo, in maniera da non far vedere la nuca alle persone che si trovano di fronte: questo perché, secondo l’etichetta giapponese, piegarsi fino a quel punto viene visto come un gesto di scusa e non di saluto. Il saluto inizia con questi termini: “Feet together” (Piedi Uniti), “Greeting” (Saluto), poi alla fine termina con “Rest” (Riposo).